
Siamo la lolita anoressica spalmata sulla vetrina della sisley, o la precaria spalmata sulla tastiera dodici ore al giorno?
Siamo la fotomodella sinuosa seduta accanto al guidatore di un’auto superaccessoriata, o la donna delle pulizie che litiga col cambio della panda?
Siamo la donna manager che usa il forno che poi si pulisce da solo, o la ragazza madre con il fornello a gas accanto ala culla?
Siamo due gambe senza peli e cellulite che si fanno massaggiare una volta la settimana, o due gambe con le vene varicose che trottano tra i tavoli di un ristorante per 4 euro l’ora?
Siamo quelle che grazie a uno zerinol non perdono: due lezioni di tennis, tre cene con gli amici e l’inaugurazione di una mostra, o quelle che abortiscono alle nove e alle undici vengono spedite da sole a soffrire a casa?
Siamo le letterine e le veline che espongono la loro merce sui banconi televisivi a 50 euro al minuto, o le prostitute che espongono la loro merce sull’asfalto a 20 euro a pompino?
Siamo quelle che basta una confezione di kindercolazionepiù per far balzare dal letto tutta la famiglia sorridente, o quelle che senza il prozac non riescono neanche a spegnere la sveglia?
Noi siamo quelle che vi infastidiscono, quelle che non hanno sempre i capelli a posto, quelle che sporcano gli assorbenti di rosso e non di azzurro…
LE VOSTRE ICONE SONO LA NOSTRA MORTE.
COLLETTIVO PEPPINA BAUSCH - PISA